Relazione UE sullo Stato di diritto 2024

Data:
29 Luglio 2024

Relazione UE sullo Stato di diritto 2024

La Commissione ha pubblicato la quinta relazione annuale sullo Stato di diritto, in cui esamina sistematicamente e obiettivamente gli sviluppi avvenuti in tutti gli Stati membri, in condizioni di parità.

 

Rispetto a quando è stata adottata la prima edizione della relazione sullo Stato di diritto, nel 2020, gli Stati membri e l’UE nel suo complesso sono decisamente meglio preparati a individuare, prevenire e affrontare le crisi emergenti, il che contribuisce a rendere resilienti le nostre democrazie europee e ad alimentare la fiducia reciproca all’interno dell’Unione; contribuisce inoltre al buon funzionamento del mercato unico e a un contesto imprenditoriale che promuove la competitività e la crescita sostenibile.

Dalla sua prima pubblicazione nel 2020, la relazione è diventata un autentico fattore di promozione di riforme positive: due terzi (il 68%) delle raccomandazioni formulate nel 2023 sono state pienamente o parzialmente seguite.

Tuttavia, in alcuni Stati membri permangono problemi sistematici e la situazione si è ulteriormente aggravata. Tali preoccupazioni sono affrontate nelle raccomandazioni della relazione di quest’anno. Non sono formulate in questa sede raccomandazioni nei confronti dei paesi dell’allargamento, che sono invece emesse esclusivamente nel pacchetto annuale sull’allargamento.

Tra i capitoli sui singoli paesi, la relazione di quest’anno comprende per la prima volta quattro capitoli sulla situazione in Albania, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia. Includere nella relazione sullo Stato di diritto questi paesi dell’allargamento, i più avanzati nel processo di adesione, sosterrà le loro azioni di riforma, aiuterà le loro autorità a progredire ulteriormente verso l’adesione e li preparerà a proseguire il lavoro nel settore dello Stato di diritto in quanto futuri Stati membri.

La relazione sullo stato di diritto della Commissione europea offre uno sguardo approfondito sulla situazione in Italia, dal quale emergono alcune criticità. Il capitolo si suddivide in e si occupa di quattro aree di interesse: il sistema giudiziario, quadro anticorruzione, pluralismo e libertà dei media e infine altre questioni istituzionali relative al bilanciamento dei poteri. Di seguito, una sintesi dei punti d’interesse principali.

Per quanto concerne il sistema giudiziario, è entrata in vigore una riforma globale del sistema giudiziario e il Governo ha adottato la normativa di attuazione necessaria affinché entri pienamente in funzione. Il Governo ha presentato al Parlamento un progetto di riforma costituzionale riguardante la separazione delle carriere dei magistrati giudicanti e dei magistrati requirenti e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare responsabile dei procedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati ordinari. È stato istituito il Dipartimento della Giustizia Tributaria allo scopo di aumentare il livello di indipendenza delle corti di giustizia tributaria dal Ministero dell’Economia e delle finanze. La giustizia civile è ormai pienamente digitalizzata e presto lo sarà anche la giustizia tributaria. Sono state inoltre prese iniziative per aumentare la digitalizzazione degli organi giurisdizionali penali e delle procure, anche se sussistono problemi nell’attuazione. La durata dei procedimenti giudiziari continua a evolvere positivamente, ma costituisce tuttora un grave problema. Sono stati ottenuti miglioramenti significativi nell’assunzione di nuovi magistrati e personale amministrativo e nella riduzione del numero di procedimenti pendenti.

In merito al quadro anticorruzione, il piano nazionale anticorruzione è stato aggiornato per rafforzare la sezione sui contratti pubblici, mentre sono in corso di elaborazione orientamenti sulla pratica delle “porte girevoli”. Il Parlamento ha approvato un disegno di legge che abroga la fattispecie dell’abuso d’ufficio e limita l’ambito di applicazione del reato di traffico di influenze illecite. Il Governo ha adottato un decreto-legge che introduce la nuova fattispecie di reato di peculato per distrazione, riguardante l’indebita destinazione di denaro o cose mobili da parte di pubblico ufficiale. Il Parlamento sta discutendo un disegno di legge che modifica le norme sui termini di prescrizione. È ancora in sospeso una legislazione globale sul conflitto di interessi e sulle norme in materia di lobbying con l’istituzione di un’impronta legislativa, come pure è in sospeso la modifica delle norme sul finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali. Sussistono rischi di corruzione nel settore degli appalti pubblici, anche se la digitalizzazione dei contratti pubblici dovrebbe aumentare la trasparenza, e sono proseguiti gli investimenti negli strumenti informatici a uso delle autorità di contrasto.

La Relazione si pronuncia in merito alla pluralità e libertà dei media specificando che l’Italia dispone di un solido quadro normativo che disciplina il settore dei media, garantendo l’efficace funzionamento di un’autorità di regolamentazione indipendente e dotata di risorse adeguate. Sono in vigore norme volte ad assicurare che i media del servizio pubblico forniscano un’informazione indipendente e pluralistica, anche se i portatori di interessi segnalano il persistere di problemi relativi all’efficacia della governance e del sistema di finanziamento. Il Governo ha adottato ulteriori misure intese a razionalizzare il sostegno finanziario al settore dei media, sebbene i portatori di interessi sottolineino la necessità di azioni più efficaci. I portatori di interessi nel settore dei media hanno accolto criticamente le iniziative legislative che limitano la possibilità, da parte di giornalisti e testate, di accedere a determinate categorie di atti giudiziari e al contenuto delle intercettazioni e di pubblicarli. Malgrado le norme mirate sulla protezione dei giornalisti dalle minacce nei loro confronti, continua a suscitare preoccupazione la situazione relativa alla loro sicurezza e alle loro condizioni di lavoro, così come la crescente prevalenza delle azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica (SLAPP). Desta preoccupazione anche la mancanza di sviluppi significativi della proposta di riforma della disciplina in materia di diffamazione a mezzo stampa.

Ed infine la Relazione sottolinea come, nonostante il Governo abbia presentato al Parlamento un progetto di riforma costituzionale inteso a garantire una maggior stabilità di governo, non si constatano ulteriori progressi nella creazione di un’istituzione nazionale per i diritti umani. È stato segnalato come fonte di preoccupazione un ricorso eccessivo ai decreti di emergenza da parte del Governo. Permangono criticità per quanto riguarda lo spazio civico, anche alla luce dei casi di aggressività verbale nei confronti di organizzazioni impegnate in attività umanitarie e dei casi di violenza segnalati contro chi partecipa a manifestazioni.

Per ulteriori informazioni in merito, consultare il seguente link. Il testo completo della Relazione al seguente link.

Ultimo aggiornamento

29 Luglio 2024, 10:05